Un postino per il compleanno (tanti auguri a me!) di un tema di cui credo di aver già discusso, ma su cui non mi pare di aver mai incentrato un vero e proprio post:
il senso di un "account collettivo" su qualsivoglia social network.
Frena un po': che intendi con "account collettivo"?
Sostanzialmente, un profilo/pagina che risponde ad un'entità astratta, magari un'azienda:
insomma, l'account instagram del Corriere della Sera, o il profilo del sito VivaLosNerdsCarajo.com[1] nel fediverso.
Ok, capito. E che problema hanno?
Nessuno:
semplicemente, in questa fase storica, non ne vedo il senso (o almeno, non dal punto di vista dell'utente, cioè il mio).
In un social network [2] ciò che per me contano sono le individualità con cui interagire, con eventuali botta & risposta personali.
Se voglio aggiornamenti su Sony o Nintendo, vado nei rispettivi siti web a controllare le news quando ne ho voglia.
Seguendo i rispettivi profili e interagendo con i relativi post, in pratica regalerei engagement pubblicitario a loro e alla piattaforma dove stanno pubblicando le loro notizie.
E insomma, visto che non mi pagano per 'sto servizio, non vedo che ci guadagnerei nel seguire le loro peripezie.
Beh ma così ti tieni informato sulle ultime novità direttamente dalla tua timeline!
Ecco: io non credo che i social siano utili strumenti d'informazione.
Preferisco i siti web, o meglio ancora (nel caso dei quotidiani) delle versioni digitali del cartaceo: lo ripeto spesso, ma con MLOL, se siete iscritti a una qualsiasi biblioteca italiana, potete leggerne diversi gratuitamente.
E allora che fai sui social?
Seguo delle persone.
Magari non sempre singoli individui eh, vedi band musicali o @KSGamingLife, quindi piccoli collettivi che si comportano comunque da esseri umani nelle opinioni, nei pareri espressi, nei post pubblicati e negli eventuali commenti.
Il punto è che, se per me i social non sono uno strumento d'informazione, potrebbero essere un ottimo mezzo di conversazione.
Vabbè quindi li usi solo per cazzeggiare
...
Ok, principalmente sì, ma non esclusivamente dai!
Facciamo un esempio pratico:
DocManhattan (Alessandro Apreda), di cui conosco e apprezzo la penna, ha scritto un articolo sul finale di X-Men '97 per Screenweek.it
Ora: se seguo Alessandro e lui gira il link ai follower, il pezzo lo leggo volentieri e magari lo commento pure.
Ma perché mai dovrei seguire Screenweek, dove l'articolo si perderebbe nel mezzo di una miriade di roba che per l'80% non mi interessa?
Questo si intreccia anche con la mia vecchia polemica nei confronti dei portali in cui redazione e linea editoriale mi sembrano concetti molto labili, ma soprassediamo.
Ma così ascolterai sempre solo una campana, quella della tua bolla!
Posto che non credo nell'obbiettività assoluta, tutti i social sono fatti di bolle, pure quando sono gargantuesche.
Stessa cosa per portali e giornali:
d'altronde, ho seri dubbi che leggere chi generalmente setaccia roba scritta (in genere meglio) nei siti anglofoni possa migliorarmi la giornata o aprirmi una prospettiva diversa sul mondo.
Stando al punto, se a me piace come scrive un autore o un'autrice, sono curioso di scoprire il suo parere pure a proposito di un argomento di cui in realtà mi interessa poco o niente e che magari, se è brav*, riesco a scoprire per la prima volta.
Viceversa, se un portale mi porta l'ennesima recensione impersonale trita e ritrita sull'ultimo JRPG di cui attendevo l'uscita, sai che c'è?
Preferisco una rapida letta a quelle pubblicate dai giocatori su Steam.
PS: ovviamente, il fatto che io apprezzi uno scritto, non significa assolutamente io sia d'accordo con il parere espresso (anzi!): d'altronde Montanelli scriveva divinamente, ma io d'accordo con lui lo sarò stato 2 volte su 10.
Ma io devo promuovere la mia webzine nerd! Come dovrei fare?
Eh, boh?
Non te lo so dire e capisco il tuo problema...
Mi verrebbe da dire "investi di più su chi scrive per te" anche tenendo cinicamente conto del tipo di engagement che potrà portarti, però capisco pure la necessità di spingere un tuo "brand" a prescindere dalle individualità che lo compongono, e che d'altronde possono sempre cambiare.
La verità?
La fetta di torta è piccola, i colossi se la sono già mangiata e in ogni caso buona parte dei pasticcieri ha perso interesse per lei.
Quello che posso dire è che difficilmente riesco a distinguere uno Spaziogames da un Multiplayer, IGN o il generico sito web con "nerd" nel nome.
Tuttavia, se chi ci scrive sopra sa come proporsi e dialogare col mondo, nel bene o nel male conoscerò meglio la persona.
Conseguentemente, scegliere (o meno) di seguirla e leggere altri contenuti che avrà la bontà di proporre in questo vasto mondo retorico e sovraccarico.