scritto originariamente nel febbraio 2014
In soldoni (o innesti, fate voi)
"Immagina un alieno, mi aveva detto una volta Fox, che arrivi sulla Terra per identificare la forma intelligente dominate sul pianeta. L'alieno da un'occhiata e poi sceglie. Cosa pensi che abbia scelto?" Io probabilmente alzai le spalle "Le zaibatsu", disse Fox. "Le multinazionali. Il sangue di una zaibatsu è fatto d'informazioni, non di gente. La struttura è indipendente dalle vite individuali che la compongono. Le aziende sono una forma di vita." New Rose Hotel
William Gibson è, con ogni probabilità, il padre del cyberpunk.
Se c'è uno che potrebbe contendergli questo "titolo", è Bruce Sterling che (tra le altre cose) ha scritto a quattro mani con Gibson uno dei racconti di quest'antologia.
Ergo, se v'interessa un'introduzione al genere, recuperate subito questo libro.
Parliamo di 250 paginette, eppure rappresentano un summa creativo capace di pigliare a schiaffi il grosso della fantascienza cinematografica.
La notte che realizzammo il sogno erotico di Mozilla e Microsoft
La notte che bruciammo Chrome è una serie di racconti brevi antecedenti ai lavori più celebri di Gibson (come la Trilogia dello Sprawl), scritti nell'arco di tempo che va dal 1977 al 1985.
Se non sapete cosa s'intende per cyberpunk potete farvi una veloce wikipediata (dando anche solo uno sguardo a bibliografia/filmografia) ma, come detto, quest'antologia rappresenta un ottimo biglietto da visita per il genere.
Una saporitissima macedonia
Johnny Mnemonic, con Keanu Reeves, è uno dei due film tratti dai racconti di Gibson presenti nell'antologia
Limitarsi a dire che i dieci scritti che compongono il libro rappresentano dei fondamentali esponenti del genere, o decantare la bontà della prosa di Gibson (talvolta spiccatamente noir, talvolta colma di un melanconico romanticismo) non renderebbe giustizia al senso di varietà che passa da una storia all'altra.
William Gibson visto da Sergiy Krykun
Il tono del narratore di turno può essere sia dinamico e scorrevole che enigmatico e lento, necessitante una lettura più cerebrale, e neppure soggetti e ambientazioni (per non dire i vari generi letterari) risultano poi così imparentati.
Giusto per fare qualche esempio spiccio:
Il Mercato d'Inverno, straordinariamente emotivo (forse il racconto preferito), è molto diverso dai ben più politici Hinterland e Stella rossa, orbita d'Inverno dove, oltre alle forti influenze della guerra fredda, abbiamo un focus molto importante sull'esplorazione spaziale.
Ancora, La razza giusta per molti aspetti mi ha ricordato il miglior Tiziano Sclavi e mi è sembrato un soggetto buono per una storia di Dylan Dog, proprio perché dotato di un cipiglio molto diverso da racconti più "classicamente cyberpunk" quali Johnny Mnemonico o la storia da cui l'antologia prende il titolo.
"Faceva caldo, la notte che bruciammo Chrome."
l'altro film tratto dal libro è New Rose Hotel che, a dispetto del cast importante (e di un'Asia Argento in intimo) ha avuto poco riscontro sia in termini di critica che a livello di pubblico.
Come avrete intuito, Gibson è un autore poliedrico, ispirato e matto.
Per questi motivi, è molto facile venire letteralmente travolti dal suo stile e immersi nella lettura.
Allo stesso modo non è da escludere che alcuni racconti possano lasciare abbastanza indifferenti, con il palato di chi legge unico e insindacabile giudice.
Di mio però, posso dire che di palati Gibson ne sa raggiungere molti e sopratutto estremamente diversi (a differenza di quanto spesso accade con la fantascienza più convenzionale) quindi chiunque dovrebbe concedersi l'onore di addentrarsi nei suoi mondi distopici.
E con questo, inforco i celeberrimi occhiali a specchio e chiudo il file.
Alla prossima, netrunners!