Until Then

Until Then

Recensione

recensione su Steam

Questo gioco mi ha spremuto il cuore.

Sì, messa così sembra l'introduzione di una canzone indie da quattro soldi, ma è la prima cosa che mi andava di scrivere.

Andando in modo più concreto...quante volte ci si ritrova a ragionare sul binomio videogioco - opera d'arte?

Perché il videogame in quanto categoria probabilmente non lo è, ma può anche essere arte e Until Then lo conferma su tutta la linea:

lo stile artistico, la colonna sonora, la regia, la scrittura.

E l'interazione, perché sì, è quella che fa la differenza tra un videogioco e uno splendido prodotto d'animazione o un film.

Until Then ludicamente è piuttosto scarno, anche per lo standard tipico di Visual Novel / Avventure Grafiche, ma tramite i suoi minigiochi, interazioni e dinamiche crea quello strano incantesimo che chiamiamo immersione (a tal proposito, non vedo l'ora di ricominciarlo e cercare di vedere gli altri finali).

Un uso spregiudicato dell'ottimo Godot, un'ambientazione di uso affascinante (le Filippine per via del particolarissimo melting pot culturale sono uno dei luoghi più interessanti del mondo), un respiro che ha molto del Giappone ma al tempo stesso rimanda alle influenze ispanico-cattoliche del paese, e anche per questo forse ci ho visto una narrazione che, oltre all'Asia, mi ha ricordato molto un certo cinema d'autore europeo d'altri tempi.

Diciamo che, se pensate di essere il pubblico adatto per un tipo di avventura di questo genere, per me dovete assolutamente comprarlo senza stare a pensarci troppo.

E poi piangere. E ridere. E ripiangere.

Tre anni di sviluppo per un team composto da appena una decina di pesone mi hanno convinto a tenere d'occhio qualsiasi nuovo lavoro verrà fuori da Polychroma Games: Magaling kayo!

Postilla: vorrei fare i miei più sentiti complimenti a chi ha curato la localizzazione in italiano:

davvero un lavoro di adattamento perfetto e da applausi almeno quanto il gioco!

until-then-nicole

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