Partiamo dal libro, perché è giusto sia il soggetto principale di queste righe, ma avviso subito che in calce ho aggiunto una sezione tutta dedicata all'autrice perché ritengo sia importante per valutare alcuni aspetti (che col libro hanno comunque a che fare).
Attualità
Contrappasso è una distopia futuristica radicalmente ancorata sull'oggi, uno specchio distorto che miscela le sensazioni della pandemia del 2020 con il crescente sentimento animalista/ecologista/vegano che ha interessato l'ultimo decennio:
questo è già un merito, perché non mi vengono in mente molti libri di fantascienza in grado di riportarmi alla memoria i servizi di Presadiretta sugli allevamenti intensivi e al tempo stesso intrattenermi con l'immaginazione di un futuro insospettabilmente concreto e credibile, manco l'avesse scritto Robert Kirkman.
Cosa mi è piaciuto
La speranza è una puttana. Ti fa attendere lasciandoti credere che qualcosa potrebbe migliorare. Ti fa rimanere in pausa, la vita va avanti ma tu rimani lì, a marcire.
Ho trovato la prima parte davvero splendida, anche per l'utilizzo del caro vecchio escamotage dell'intervista, uno dei miei preferiti sin dai tempi di Intervista col Vampiro di Anne Rice.
Tramite questo amabile espediente Aron, sorta di "paziente 0" (o meglio coniuge della vera paziente 0) intervistato dalla protagonista Sara, permette al lettore di entrare nel mondo di Contrappasso in una manciata di pagine:
un mondo dove uccidere un animale (sia esso un maiale, un pesce o una zanzara) porta immediatamente l'esecutore a condividerne la sorte.
Premessa molto semplice che si evolve in un what if? complesso e interessante, dove (come in tutte le buone distopie) l'aspetto più fascinoso è rappresentato non tanto dalla crisi in sé, ma da come la società decide di affrontarla.
Classismo, politica, comunicazione e manipolazione vengono descritte in modo efficace e sintetico, potente nella sua essenzialità.
Per certi aspetti, mi è quasi sembrato di leggere un manga. Ed è un merito, a scanso di equivoci (anche per questo credo sia un romanzo molto "digeribile" anche per chi legge poco) con qualcosa al limite del fantasy, specie per il contrasto che passa tra la vita degli Esterni e i "cittadini"...sensazioni da Principessa Mononoke, ma in una disturbante salsa dark.
E, parlando di dark, devo dire che i personaggi che più ho apprezzato sono Michael Mazi e la spietata Ava Glacé, antagonisti molto interessanti che mostrano quanto potere e comunicazione risultino indissolubilmente intrecciati.
Ava e Michael sono personaggi oscuri ed intriganti, "mostri umani" che non stonerebbero in un romanzo di King, e di cui personalmente forse avrei voluto leggere qualche pagina in più (ma mi rendo conto che non sarebbe stata una scelta funzionale alla storia che si è deciso di raccontare).
Cosa non mi è piaciuto
D’altronde era sempre stato così, Robert, sospettoso della felicità e sicuro del dolore.
La parte centrale mi ha convinto di meno:
confesso che il personaggio di Robert, vero e proprio deuteragonista, non mi è stato particolarmente simpatico e che (anche conseguentemente) la love story tra lui e Sara non mi ha mai coinvolto del tutto.
Ovviamente non si parla di difetti, semmai di differenti lunghezze d'onda: probabilmente per le mie corde l'approccio più politico e orwelliano è ciò che suonava meglio, ma non per questo voglio sminuire le vicende di Sara e Robert, anzi: per molti aspetti mi sarebbe piaciuto vederli in una serie tv o in un'avventura grafica stile Broken Sword (ogni tanto il videogame lo devo tirare sindacalmente fuori, abbiate pazienza!)
A proposito di videogiochi, temo che la Delogu non giocherà mai al vecchio Xenogears ed è un gran peccato, visto che più di qualche aspetto Contrappasso mi ha riportato alla mente il vecchio capolavoro della Squaresoft anni '90.
SPOILER - Il mio finale
Si comportava così perché le stavano rubando l’esclusività della rabbia. Si sentiva defraudata dell’urgenza di salvare il mondo. Era questa la verità. O una delle verità. Voleva essere l’eroina.
Non leggete questo paragrafo se non avete letto il libro
Sara prese la sua decisione e, con la morte nel cuore, assecondò Ava.
Certo avrebbe continuato ad odiarla, senza rinnegare la propria morale, ma soffocandola. Utopicamente, si disse che un giorno avrebbe sempre potuto finalmente distruggerla.
Ma, dentro di sé, sapeva che era una bugia.
Come tutti gli idealisti, Sara, vedi solo quello che ti fa piacere vedere, e, scusa se te lo dico, ma sopravvaluti di molto le persone. Sai, non tutti vogliono essere liberi. O meglio, non tutti hanno il tuo stesso concetto di libertà. Per molti la libertà è poter vivere senza correre rischi e senza prendere decisioni. Vogliono qualcuno che lo faccia al posto loro, garantendo una certa comodità.
Su Andrea Delogu
Sistemato il libro, come anticipavo credo occorra spendere qualche parola sull'autrice perché lo ammetto: non fosse di Andrea Delogu, Contrappasso non l'avrei mai conosciuto (e sarebbe stato un gran peccato).
La mia splendida omonima è una delle donne più belle dello spettacolo italiano contemporaneo, lo specifico perché l'alto tasso erotico che sprigiona è l'elefante nella stanza che secondo me non va scisso dalle sue indubbie capacità (del resto, chi l'ha messa sulla rampa di lancio un certo Renzo Arbore, mica un algoritmo).
Il punto è che la Delogu è così bella e sensuale proprio perché è brava, divertente, sagace e dotata di un ottimo eloquio (merito della palestra radiofonica e del suo costante "combattimento" con la dislessia), in sintesi è così figa anche perché, per esempio, scrive in modo così figo in un genere non proprio battutissimo dalla narrativa italiana.
So che a molti sembrerà una sequela di minchiate più o meno misogene, ma rifletteteci un attimo:
TV, il cinema, instagram...diciamo pure che tutto il mondo per nostra fortuna è pieno di ragazze bellissime.
Eppure in poche, una manciata appena, riescono a catalizzare l'attenzione maschile in modo così totalizzante, pur avendo tutte le doti che madre natura e palestra possono regalare.
Questo perché, checché se ne dica, non esiste niente di più erotico di una bella donna con un bel cervello e una spiccata capacità d'esprimersi.
Da questo punto di vista, secondo me l'unica cosa che manca ad Andrea rispetto alle grandi storiche dello spettacolo italiano (Raffaella Carrà in primis) sono i tempi in cui vive:
perché uno spettacolo come Canzonissima oggi non potrebbe esistere e, anche se esistesse, non avrebbe gli autori, la cura e la potenza che il monopolio RAI degli anni '70 garantiva. Non mi dilungerò su questo discorso - rapportabile anche al cinema e altre faccende - ma è una cosa da considerare quando si pensa alle vecchie glorie del nostro spettacolo che, oltre al talento, erano favorite dal contesto.
In compenso la Delogu è perfettamente a suo agio nel moderno universo social e sa inserirlo perfettamente nel mondo radiofonico e televisivo, nonché letterario:
Il guaio è che, se tutte queste virtù indubbiamente aiutano a far conoscere il libro, secondo me finiscono per compromettere e sminuirne la recezione sminuendolo in quanto "lettura da VIP", cosa che non sarebbe successa se Andrea fosse una scrittrice (scrittore?) di nicchia, magari straniera, e nota giusto ai circolini delle varie facoltà umanistiche.
In ogni modo, per riprendere il solito Jenkins (leggete Cultura convergente), Andrea Delogu è crossmedialità fatta donna. E come fai a non innamorartene, se sei cresciuto nell'era dell'informazione?