Disco del Mese - Novembre 2024

Disco del Mese - Novembre 2024

Crippled Black Phoenix - The Wolf Changes Its Fur But Not Its Nature

Ottobre 2024

Allora, lo dico?

Lo dico: questo novembre è stato straordinario, e i primi quattro dischi li potrei tranquillamente mettere a pari merito qui in cima da quanto mi sono piaciuti (tutti potenziali dischi dell'anno)

Crippled Black Phoenix - The Wolf Changes Its Fur But Not Its Nature

Segnalato su Livello Segreto da @Zel, fantastico disco prog-postrock sperimentale oscuro, matto e prodotto in modo DIVINO.

L'album è particolarmente celebrativo per Justin Greaves, che di fatto in diverse tracce risponde al disco d'esordio A Love of Shared Disasters (2007).

E davvero, se i CBP hanno un difetto, è quello di non riuscire a promuoversi come si deve sul web, restando forse troppi vincolati alla "purezza" da giro indipendente da primi anni 2000:

elemento certamente meritevole ma un peccato per l'aspetto diffusione, visto che secondo me canzoni come You Put The Devil In Me avrebbero un loro respiro radiofonico (minutaggio a parte, ma si sfuma e blabla).

Tutto The Wolf Changes Its Fur But Not Its Nature è bellissimo e personalmente ho in particolare perso la testa per Song For The Unloved (un quarto d'ora di canzone con dentro la qualsiasi), uno dei brani che più mi ha colpito in questo 2024.

Opeth - The Last Will And Testament

Novembre ricco di grandi ritorni, in questo caso in più di un senso visto che è tornato anche "il tizio del growl" (© di Efi) per la gioia dello zoccolo duro&puro della fanbase degli Opeth...

Anche se in realtà è una foglia di fico, diciamolo pure:

parliamo infatti del solito, magnifico disco progressive metal colmo di cambi di tempo e soluzioni musicali elaboratissime...dove ogni tanto fa capolino il vecchio animo death.

§5 è forse l'esempio migliore del discorso (o comunque, è probabilmente la mia traccia preferita).

Boh, che dire?

In tutti questi decenni, non mi hanno mai deluso e, lungi dal soffrire una fase di decadenza (che sarebbe più che lecita, vista la longevità) gli Opeth tirano fuori un disco praticamente perfetto, complesso, vario e certo, forse un po' faticoso da "digerire" immediatamente...

ma non è un difetto dell'album, è un difetto nostro in quanto esseri umani.

The Cure - Songs Of A Lost World

Sapevo già che sarebbe stato impossibile non citare il nuovo inedito di quella che resta una delle band più seminali e importanti della vecchia new wave, anche perché coi tempi che stiamo vivendo sembra proprio essere uscito al momento giusto per una somma di motivi.

Confesso che partivo curioso e titubante il giusto:

preventivavo un disco carino ma dimenticabile, tipo come fu ad agosto con gli Smashing Pumpkins...e invece oh, Songs Of a Lost World mi si è incastrato nelle sinapsi come accade solo di rado con gli inediti:

produzione stratosferica, synth e ispirazione, disco da ascoltarsi a ripetizione per qualche settimana.

Preciso che a me i Cure piacciono molto ma non sono esattamente loro fanatico e che, a dispetto della posizione, questo è il disco che ho ascoltato di più a Novembre (poi certo, è uscito nei primi del mese).

Devin Townsend - PowerNerd

Sì in teoria è uscito a fine ottobre (o almeno credo) portate pazienza me lo sono sentito più tardi quindi tocca piazzarlo a Novembre:

ora, Devin è un poliedrico genio, un pazzo e credo uno degli artisti che ha spaziato su più mondi diversi tra i suoi millemila progetti (contando anche gli esordi con gli Strapping Young Lad) un polistrumentista e cantante fenomenale, ma soprattutto un produttore meticoloso e attento a ogni singolo suono.

Di PowerNerd l'unica traccia che mi ha convinto pochino è proprio la title track, il resto è tutto bellissimo con un accento particolare su Falling Apart, Knuckledragger, Goodbye e il folle inno per noi consumatori di caffè Ruby Quaker.

Forse non è sui livelli del recente Empath (ma ve la ricordate Singularity? Mamma mia!) o altri classici, ma resta un disco veramente bello che vale la pena ascoltarsi e riascoltarsi.

Linkin Park - From Zero

Se ne sono dette di ogni sul ritorno dei Linkin Park con la nuova cantante Emily Armstrong a sostituzione del compianto Chester Bennington.

Ora, come avevo scritto a suo tempo in questo post dedicato proprio a Chester, io non sono mai stato esattamente un fan dei Linkin Park se escludiamo A Thousand Suns o qualche vecchio singolo, quindi direi che ho potuto ascoltare il disco con la giusta dose di distanza emotiva...

e l'ho trovato molto bello!

Casuality e Overflow mi sono piaciute un botto, Heavy Is the Crown mi ha preso abbastanza (merito della seconda stagione Arcane) e, assieme a Two Faced e Gave You Everything, direi che è la canzone più "da LP" in termini di produzione e stile.

Cut the Bridge invece mi ha fatto schifo, ma probabilmente si tratta di un discorso produzione / chitarra che mi ha riportato a certe cose pop punk USA (uno dei pochi generi che mi fa venire le bolle, problema mio).

Nel complesso?

Certamente c'è un grosso studio commerciale e la voglia di utilizzare un nome che inevitabilmente apre molte più porte al buon Mike Shinoda, che è poi da sempre il deus ex machina di tutto ciò che riguarda i destini nel gruppo (e a livello di marketing ha sempre avuto un certo fiuto: i Linkin Park il senso commerciale non lo scoprono certo oggi).

Insomma, ci sarà pure del cinismo, ma produttivamente parlando mi pare davvero un signor disco e, per forza di cose, chi c'era proverà un botto di nostalgia per i primi anni 2000, in particolare chi all'epoca viveva l'adolescenza (presente)...oppure andrà in crisi da gatekeeping, che ci può anche stare e mettere in conto per carità, ma credo sminuisca fin troppo il lavoro costruito dal buon vecchio zio Shinoda.

Thy Catafalque – XII: A gyönyörū álmok ezután jönnek

Ah, il famoso metal magiaro (?!) disco davvero interessante nella scena avant-garde con radici nel black metal e un respiro più progressive, unito alla particolarità della lingua ungherese che per forza di cose ha un suono tutto suo.

Klone - The Unseen

I Klone sono un gruppo progmetal che per qualche motivo non mi ha mai davvero conquistato e finisco puntualmente per scordarmi: eppure sono un gran fan di Into the Void (dall'album The Dreamer's Hideaway), quindi è strano e forse è pigrizia mia.

The Unseen è un disco molto interessante: per certi versi, mi è sembrato di sentire gli Incubus che suonano i Porcupine Tree o qualcosa del genere.

VOLA - Friend of a Phantom

Ovvero, l'unica nota negativa di novembre.

I VOLA sono gruppo progmetal danese di belle speranze che, ormai un paio di anni fa, mi stupì in positivo con l'abum Witness, e che con questo Friend of Phantom...mi ha deluso su tutta la linea.

Lo so: in teoria questa rubrica sarebbe nata per parlare bene di nuovi dischi, però nel crogiolo dell'ascolto selvaggio capitano pure le delusioni, quindi ho un pelo cambiato la mia "linea editoriale", anche perché dai VOLA mi aspettavo davvero tanto e invece hanno volato davvero basso (sì, dopo questa potete picchiarmi):

una produzione di plastica, una collaborazione con Anders Fridén (In Flames) dove nessuno mi sembra crederci davvero tranne l'etichetta, alcune melodie interessanti (We Will Not Disband potenzialmente molto bella) soffocate da un ovattato che boh, pare preso dai Coldplay con timidi tentativi di djent qui e la.

Mo so cosa state pensando perché l'internet è fatto così, ma ci tengo a precisare che non sto assolutamente dicendo "che album di merda", probabilmente è anche colpa mia che avevo alzato un po' troppo l'asticella delle aspettative, oppure di questo mese davvero colmo di uscite fantastiche.

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