Prima di tutto vorrei esordire con una menzione speciale in memoria del buon Paul Di'Anno:
dopo la sua scomparsa, mi sono riascoltato un sacco Iron Maiden e Killers, trovandoli sempre dei dischi fenomenali, dove tra l'altro c'è pure una delle mie canzoni preferite dei Maiden (Purgatory).
La voce di Paul, probabilmente più vicina al punk che ai canoni di quello che sarebbe diventato lo standard dell'Heavy Metal, è una di quelle che rimpiango ogni volta che ascolto un gruppo che apprezzo musicalmente, ma che mi lascia freddo dal punto di vista vocale.
E bon: se per qualche motivo siete completamente a digiuno del genere, quei due dischi ve li consiglio vivamente per iniziare a prenderci confidenza.
Ma veniamo a note più liete e contemporanee, iniziando con...
Lazer Club - A Summer Story
Vi confesso che sono stato un po' in crisi per il disco del mese di questo ottobre, che sintetizzerei come ricco-ma-boh.
Alla fine, per quanto mi riguarda, ottobre lo vince in extremis questa band synthwave fiorentina che, con le sue voci e suoni morbidi, si avvicina molto al classico synth pop degli anni '80 (dove, tra l'altro, l'Italia ha avuto un ruolo importante, ma questa è un'altra storia).
Sax in abbondanza, spesso più preponderante dei synth, e oh, sarà che sono figlio di un sassofonista (tra le altre cose), ma mi ci sono sentito particolarmente a casa, anche se di norma apprezzo la synthwave più aggressiva.
Però, ehi, adoro anche (I Just) Died in Your Arms dei Cutting Crew, che qui ci starebbe alla grande, quindi tutto torna:
collaborazioni d'altissimo livello, ottima produzione ed esecuzione, tracce ricercate e sì, il solito effetto finto ottantiano da Stranger Things che si ama o si odia...
E di mio, capisco chi lo odia, ma non posso fare a meno di amarlo.
Brani preferiti: sono completamente ossessionato da Heat of the Night (quel sax!), che è poi il motivo se metto in cima tutto il disco.
Poi ho apprezzato molto Sunset Drive (che fa da risposta a Night of Summer Side dalla OST di Orange Road) e Til We Meet Again
PS: sì, la cover art è magnifica, complimenti a Lorenzo Marinezzi!
Metaphor: ReFantazio Special Sound Track
Questa per ora è solo una menzione di merito, e a tal proposito ringrazio tantissimo Efi ❤️!
Dicevo:
è una menzione di merito, anche se posso dire fin da ora che la colonna sonora è S P E T T A C O L A R E.
D'altronde parliamo di Shoji Meguro: mica cotica direte voi (e direste bene), ma è la prima volta che lo si sente in un contesto epico/fantasy così lontano dal suo classico setting moderno/j-pop e trovare una OST così azzeccata non era poi così scontato.
Sono ancora agli inizi del gioco, e inevitabilmente, in base a quanto lo amerò (per ora molto), potrò pronunciarmi meglio anche sulla colonna sonora.
Blood Incantation – Absolute Elsewhere
Cosa succede se incroci i Morbid Angel con i Pink Floyd, aggiungendoci pure un feat con i Tangerine Dream?
Tiri fuori i Blood Incantation!
Di mio, sono molto più in linea con la parte prog che con la parte death (sarà che i Morbid Angel li ascoltavo da pischello e non sono mai stati il mio: da quelle parti ero più di scuola Death di Evil Chuck), ma li ho trovati assolutamente originali e interessanti: il metal estremo anni '90 che incontra il progressive più psichedelico degli anni '70.
L'amalgama è abbastanza strana: a volte ho avuto la sensazione di sintonizzarmi su un mix di frequenze radio FM... però più di una nicchia può andare a nozze con questo stile. Bravi!
Cementery Skyline - Nordic Gothic
Questo supergruppo sembra uscito da un sogno:
- Mikael Stanne dei soliti amati Dark Tranquillity (che però qui non growla)
- Markus Vanhala degli Insomnium (visti live l'anno scorso, stupendi)
- Santeri Kallio degli Amorphis (che mi sono molto simpatici)
- Vesa Ranta dei vecchi Sentenced (una band dell'adolescenza)
- Viktor Brandt dei Dimmu Borgir (di loro, in realtà, mi è sempre fregato poco)
Il disco è un classico goth rock anni '80-'90, ai limiti del pop ed estremamente radiofonico: richiama certi lavori dei Charon, i progetti solisti di Christian Älvestam, i classici Sister of Mercy e, soprattutto, Type O Negative (direi esplicitamente citati con quel basso).
Tutto considerato? Molto carino, ma niente di memorabile, forse era lecito aspettarsi di più dai nomi coinvolti.
Master Boot Record - Hardwarez
Era un po' che non parlavo di un gente italiana, e dopo i Lazer Club sono contentissimo di raddoppiare!
Dunque: la Chiptune non la mastico, ma con la synthwave e certe soluzioni metal mi sento a casa.
Forse potremmo parlare di Industrial Metal? O meglio, di Electronic Metal? CPU Metal? Chip Metal? Master Bubbo? Boh, fate voi.
Da questo punto di vista, il disco per me è molto interessante per i motivi "sbagliati", ovvero le soluzioni ritmico/chitarristiche e i synth più convenzionali rispetto a quelli simil NES/GameBoy, che semplicemente non sono il mio.
Rispetto al suo altro progetto (Keygen Church), preferisco Vittorio in questa versione: ci ho sentito un vago eco dei soliti Carpenter Brut e Dance with the Dead, ma con meno Carpenter e più Commodore 64.
Traccia preferita: RAM
Wintersun – Time II
Dopo 12 anni, il ritorno dei Wintersun è un secondo disco MeloBlack con forti tinte power, tanto che, come al solito con i Wintersun, temo rischi di scontentare sia i blackster che i paueroni. One With The Shadows è un brano alla Ensiferum d'antan, con una produzione discreta e una pomposità a tratti eccessiva.
Oh, a me è piaciuto, però è uno di quei dischi che non consiglierei facilmente a nessuno perché non saprei davvero chi potrebbe apprezzarlo.
Grand Magus - Sunraven
Decimo disco di questo gruppo heavy metal svedese... carino, e più o meno il solito disco che ci si aspetta dai Grand Magus.
Vorrei dire di più, ma ammetto che mi è passato senza coinvolgermi troppo; lo segnalo giusto perché li apprezzo molto, e comunque è uno di quei dischi che mi fa piacere continuino a uscire.
Ensiferum - Winter Storm
Sono tornati i soliti Ensiferum che da più di vent'anni cucinano la stessa minestra, forse oggi un po' più power e "pulita" (ma per questo anche più plasticosa) rispetto alle origini. In realtà li cito qui più per circostanza che altro, lo confesso.
Scars in My Heart, con la voce di Madeleine Liljestam, è molto carina (anche se piuttosto lontana dal loro stile, in linea con il sound di una miriade di altri gruppi scandinavi), e nel complesso il disco si fa ascoltare, però boh.
Forse sono io che non sono nella fase giusta, ma ci ho sentito molto mestiere e poco altro: nessun assolo, troppo cantato (da voci diverse).
Paddy and the Rats - Lord of the Drinks
Folk punk irlandese (o celtic punk, che dir si voglia), che corrisponde a tutti gli stereotipi del caso, anche perché il gruppo in realtà è ungherese (il cantante Paddy O'Reilly in realtà si chiama Kristóf Oravecz) e trovo la cosa sempre molto divertente: esiste qualcosa di più variopinto dell'appropriazione culturale che il mondo ha attuato nei confronti dell'Irlanda? A parte questo, il disco sarebbe anche simpatico, se non suonasse fin troppo "pulito".