Lindsey Stirling - Duality
Ah, che donna meravigliosa la signorina Stirling.
A parte che è più bella ogni video che passa (in quello della splendida Evil Twin sprigiona un erotismo per lei a tratti inedito, sarà il fascino della gemella malvagia, boh?) parliamo di un'artista che, seppur debba molto al suo essere fenomeno da Youtube, ha saputo valorizzarsi nel tempo sperimentando sonorità più disparate sfruttando il suo magico violino.
I detrattori potrebbero dire (con qualche ragione) "musica da trailer":
Ed effettivamente lo stile da Two Steps from Hell nella produzione / orchestrazioni c'è, ma personalmente non lo ritengo certo un difetto (e del resto a me i TSfH piacciono molto, non a caso).
Lindsey è una grande musicista, ballerina, performer e personalità inquadratissima nel mondo nerd contemporaneo...ma, principalmente, una grande musicista.
E ora, giù di secondi posti (questo mese non troppi):
Alcest - Les Chants de l'Aurore
Il progetto Alcest è una gran bella garanzia nella scena del cosiddetto blackgaze (o post black metal con forti influenze ambient):
Kodama, Les Voyages De L'âme e soprattutto Spiritual Instinct li ascolto sempre volentieri (anche in loop!) da quanto mi piacciono.
E, diciamolo subito, anche questa volta Neige non si è smentito:
L'Envol è un singolo emozionate, Flamme Jumelle un potenziale inno post-metal per la Generazione Z (video compreso) ed è bello sia stato pensato da un pieno millennial.
Forse vi starete chiedendo come mai non l'ho scelto come disco del mese, visto che in realtà qui ci sono serie potenzialità da disco dell'anno (se ne riparla tra qualche mese e riascolti)...
Beh, il motivo è che sono un bastardo, inutile girarci attorno.
Il fatto è che, in questo campionato, il meraviglioso Nova di Sylvaine (2022) ha toccato vette talmente alte che,appena finito di ascoltare la splendida L'Adieu (chiusa di Les Chants de l'Aurore) ho avuto una voglia matta di tornare da Sylvaine e Fortapt.
Profondamente ingiusto, me ne rendo conto, e come detto questo disco è uno di quelli che dovrò carburare meglio nel tempo per apprezzare a dovere: detto ciò, se il genere vi piace non perdetevelo assolutamente.
Sunburst - Manifesto
Questo mese gioco anche un po' in casa: i Sunburst infatti sono un gruppo symphonic metal di Larissa (nord della Grecia), e beh, come dirlo...
sembrano i Kamelot.
Nello specifico, i Kamelot di Roy Khan.
Dico sul serio!
Se, come me, una ventina d'anni fa ascoltavate con piacere The Black Halo, questo Manifesto del 2024 sembra il suo erede naturale, più ancora che le ultime produzioni dei Kamelot stessi.
In realtà, musicalmente parlando, c'è molto del prog metal anni 2000 più in generale:
Seventh Wonder, le cose più melodiche dei Symphony X (sentite Samaritan), tastierone da Nightwish...tutto molto già sentito insomma, c'è da dirlo.
In particolare, la bella voce di Vasilis Georgiou che assomiglia in modo davvero impressionante a quella del buon vecchio Roy.
Il disco è carino, anche se forse fin troppo generico e privo di palesi radici che lo associno alle terre elleniche (un po' come succede con tante band europee non-scandinave, d'altronde).
Piero Pelù - Deserti
Al Pierone resto sempre affezionato, soprattutto ai primi (fantastici) dischi dei Litfiba, ma anche alla conversione più pop-rock inziata da El Diablo in poi.
Deserti è un buon disco da rock radiofonico molto leggero ed estivo, con qualche intuizione veramente notevole (Maledetto Cuore, il primo singolo, è una spanna sopra il resto dell'album per me) e tanto mestiere di un frontman finto-giovane ma pur sempre più consapevole della sua età di quanto potrebbe dare a vedere:
Canto con un pelo di pesantezza in più l'avrei sentita pure bene in un lavoro solista di Sully Erna (frontman dei Godsmack), e da segnalare la notevole collaborazione con i favolosi Calibro 35 in Baby Gang
Kittie - Fire
La travagliata storia delle "gattine" canadesi, incrociata con la triste dipartita della bassista Trish Doan nel 2017, è una sorta di manifesto per la scena metallara dei primi anni 2000.
Come d'altronde suona pure questo Fire, groove / heavy Panteriano condito da growl, scream e soluzioni al limite del djent (che però sfiorano soltanto, tenendosi in un disco asciutto e senza fronzoli) in un botta e risposta tra melodia e cattiveria che mi riporta inevitabilmente all'adolescenza (Falter mi ha fatto sentire nel 2006)
Album da poco più di mezzoretta, produzione bella pulita e giusta dose di cattiveria: una scuola a cui un sacco di altre band dovrebbero andare a prendere qualche lezioncina.
Insomma: Are You Entertained?
Sì!